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Posts Tagged ‘centro yoga zenith genova’

Appuntamento con la Pranoterapia

Centro Studi Yoga Zenith
Corso Torino 38/2 Genova

Sedute individuali gratuite di Pranoterapia

L’incontro, che si terrà sabato 20 marzo 2010 dalle 10.00 alle 12.00 presso il Centro Yoga Zenith, consiste in sedute della durata di dieci-quindici minuti, a scopo divulgativo.
Solo su prenotazione
Tel. 010531182 – E-mail simonazenithyoga@libero.it

…Noi siamo vivi e stiamo bene quando il prana “fluisce” in modo equilibrato. Se c’è una qualsiasi interferenza, un qualsiasi blocco, ecco che si determina la malattia. La guarigione, comunque ottenuta, non è altro che il ripristino dell’armonico rifluire dell’energia vitale. Questa energia può essere gestita. E’ quello che fa il pranoterapeuta…(Carcan)

Centro Yoga Zenith Genova, da ottobre corsi di Yoga per bambini

settembre 4, 2009 Lascia un commento

yogabambiniAd ottobre inizieranno i nuovi corsi di Yoga per bambini presso il Centro Yoga Zenith.
Info: 010 531182
simonazenithyoga@libero.it

Lettura consigliata:
Yoga per bambini
La saggezza dell’Oriente in un manuale di yoga per ragazzi
Gabriella Cella – Maria Grazia Cella

Un’insegnante di yoga e una pedagoga, immaginano un ragazzino italiano, Elio, vada a vivere in India con la famiglia, e grazie all’amicizia di Chandra, una coetanea indiana, e guidato da un saggio maestro, si accosta alla cultura del luogo e agli esercizi basilari della disciplina dello yoga nel modo più semplice e naturale possibile…
Il racconto diventa un espediente per avvicinare i più giovani allo yoga, ma anche un invito per gli adulti e gli insegnanti che si interessano della loro educazione…leggi tutto

Cos’è il Counseling? A che mi serve un Counselor?

settembre 2, 2009 Lascia un commento

Antonella Orecchio
State male e non sapete perché? Avete un problema? Non sapete come affrontare e risolvere una certa situazione? Nella vostra azienda c’è una strana atmosfera, un malessere non ben definito? Vostro marito o vostra moglie sono cambiati? E i vostri figli? Perché? Mille domande a cui si chiede una risposta!
Di solito ci si rivolge agli amici per un aiuto a capire e per un consiglio. A volte questo aiuta, ma raramente risolve il nostro problema, perché l’amico non vi risponde sulla base delle vostre necessità e richieste: mentre vi parla pensa alle sue esperienze e vi rende partecipe dei suoi problemi sperando che si adattino ai vostri. Risultato: il vostro amico andrà a casa contento per aver sfogato su di voi un po’ dei suoi problemi, convinto oltretutto di avervi aiutato e voi siete allo stesso punto di prima, solo più frustrato per aver dovuto sorbirvi anche i suoi lamenti. Quante volte è successo? A me tante! E allora come si fa? Leggi tutto

Respirazione Yogica

agosto 17, 2009 Lascia un commento

centro_yoga_zenith_genova«Lo yoga esiste da oltre quattromila anni, ma forse è nuovo per voi. Lo yoga conferisce il dominio dei sensi e vi libera dalla loro schiavitù. Lo yoga non consiste solamente nel tenersi in equilibrio sulla testa, come molti credono, ma insegna ad affrontare la vita con i piedi ben piantati in terra. Questa disciplina SENZA ESSERE UNA RELIGIONE tutte le contiene, non essendo contraria a nessuna di esse. Lo yoga dona ai giovani la saggezza dell’esperienza e agli anziani il segreto della giovinezza. Lo yoga vi farà conoscere qualcuno che prima sicuramente ignoravate: il vostro proprio sé». Swami Satchidananda
Questa scienza, che ha sfidato i secoli, è come una goccia di verità nell’oceano inquinato che è la vita moderna. Ora viviamo in una civiltà che ci impone modi di vita innaturali: non sappiamo più respirare; mangiamo troppo ed in malo modo; ignoriamo l’arte del rilassamento psico-fisico, presi come siamo dal ritmo stressante della vita che conduciamo. La pratica dello yoga consente di ottenere benefici sul piano fisico, mentale e spirituale, ma soprattutto costituisce una via di ricerca dell’UOMO INTERIORE. Una delle pratiche più importanti e spesso sottovalutate è la respirazione….leggi tutto

Le definizioni e lo spirito dello Yoga di Mimma Campiti, allieva del Centro Yoga Zenith Genova

agosto 16, 2009 Lascia un commento

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LE DEFINIZIONI E LO SPIRITO DELLO YOGA
di Mimma Campiti, allieva del Centro Yoga Zenith di Genova

Partendo dalle definizioni dello Yoga classico che troviamo negli Yoga Sutra di Patanjali cita 4 parole che racchiudono l’essenza di cosa sia lo Yoga. Yogas – citta – vritti – nirodhah.
La parola yoga non sempre viene tradotta, si dice anche che sia un termine intraducibile.
Nelle lingue occidentali è spesso resa con la parola unione che, dal punto di vista della prospettiva in cui lo yoga classico si situa, che è quella del Samkhya, appare piuttosto riduttiva e anche erronea, in un certo senso. Dal punto etimologico del termine, dalla radice Yuj, da cui il latino Yugum, yoga significa disciplina, ma può anche configurarsi come unione. La sua matrice originaria, però, ci porta al significato di aggiogamento, disciplina. Lo yoga è essenzialmente una disciplina di corpo e mente, volto al mirodhah, termine di grande importanza anche nel lessico buddhista, che traduce cessazione, arresto. E’ quindi una disciplina del corpo – mente, volta all’arresto di citta vritti. Vritti significa letteralmente vortice, gorgo. Le vritti sono tutto quello che concerne il mondo interiore, l’ambito delle emozioni, del pensiero e l’ambito coscienziale del conscio e dell’inconscio. In sostanza sono tutte le fluttuazioni dell’universo mentale inteso come vortice, flusso costante dei nostri pensieri, delle nostre emozioni e sentimenti. Citta è un termine che, nello yoga classico, incorpora tre termini in uno, cioè l’intelletto, che tecnicamente è la buddhi, il senso dell’io. Questa definizione di yoga propone, quindi, una integrazione attraverso l’aggiogare, il disciplinare mente e corpo, il fine ultimo dello yoga è quello volto all’arresto di tutte le fluttuazioni di intelletto, egoità, mente per ottenere la liberazione, l’integrazione definitiva che è il raggiungimento dell’isolamento finale, il Kaivalya, l’uscito definitiva dal divenire doloroso delle rinascite e delle ri-morti. Questa definizione viene poi accompagnata da tutta una serie di istruzioni su come sia possibile arrivare a un esito tanto straordinario, perché in sostanza si tratta di bloccare il flusso di citta. Tutto ciò che segue questo Sutra è l’illustrazione di come questa integrazione sia di fatto possibile, coniugando tutta una serie di discipline pratiche legate al corpo, ma soprattutto alla mente. A questo proposito c’è una seconda definizione, tratta dal commento più celebre agli Yoga Sutra, che è quello attribuito a Vyasa dove viene data una definizione fulminante di che cosa sia lo yoga. Vyasa usa un termine solo: “Yoga Samadhi”. Che cosa significa samadhi? Spesso, come la parola Yoga, è un termine che non viene tradotto. Ma se volessimo dare una traduzione letterale, potremmo dire che samadhi significa raccoglimento. Ed è solo attraverso i diversi gradi della pratica del samadhi, che è possibile raggiungere l’arresto delle fluttuazioni della mente, il fine ultimo dello yoga. Vi sono anche altre definizioni dello yoga contenute in quel testo celeberrimo dall’importanza trasversale a tutte le tradizioni filosofiche e religiose dell’India che è la Bhagavad Gita. Due in particolare: la prima è nel secondo capitolo verso 48 “Lo yoga è equanimità“, che significa che bisogna essere totalmente e perfettamente inseriti nella vita attiva, del mondo sia a livello del proprio lavoro sia a livello familiare ma, al tempo stesso, secondo la dottrina del Karma Yoga, senza attaccamento egoico relativamente ai frutti dell’azione, essendo cioè liberi dall’esito. Questo ideale consiste in un essere pienamente in quello che si fa, un agire con passione e al meglio delle proprie capacità, con un’attenzione a trecentosettanta gradi che deve essere esercitata sempre. E’ un essere consapevoli del “qui e ora”, come i maestri non si stancano di ripetere, ma senza attaccamento rispetto ai frutti che inevitabilmente ne derivano. E questo è il contrario dell’indifferenza ed è la grande sfida del Karma yoga della Gita. Il tema dell’attenzione è il fondamento dell’amore. Non posso amare se non sono attento, consapevole, non solo rispetto al mio universo interiore, ai miei pensieri, ma anche alle necessità di chi incontro. Il tema dell’attenzione riguarda non soltanto la mia pratica ma, in senso più lato, è un’attenzione che va esercitata nei confronti di tutte le situazioni della vita e soprattutto delle persone che incontro.
Un’altra definizione di yoga nella Gita si trova nel sesto capitolo al verso 23: “Lo yoga è lo scioglimento dell’unione con la sofferenza”. Qui c’è un gioco di parole dove sofferenza traduce la parola duhkha e scioglimento è viyoga. Lo yoga è volto ad affrancarci dal disagio esistenziale, dal dolore, dalla pena. Duhkha è un termine di enorme importanza in tutte le tradizioni dell’India, soprattutto nel buddismo, dove la prima nobile verità è: “tutto è sofferenza”. Anche negli Yoga Sutra si dice che per colui che discrimina tutto è duhkha. Alla lettera questo termine, che in genere è reso con dolore, in sanscrito significa avere un cattivo asse di ruota. Se pensiamo che la metafora è la ruota, ovvero nell’India antica il carro, l’idea è che tutti noi alla nascita, in generale, siamo equipaggiati con un carro piuttosto buono, dal punto di vista psicofisico ma, inevitabilmente, con il passare degli anni, questo carro, questo organismo, conosce un declino. L’asse comincia a dare dei problemi e, a un certo punto, si spezza, così come la nostra vita si disfa in una sequenza di malattia, vecchiaia e morte. La metafora del carro veicola, così, la nozione di un dolore non generico, ma la condizione esistenziale nella quale siamo tutti intrappolati. E’ un vero e proprio disagio, non c’è scampo. Lo yoga è una liberazione da questo male che è l’esistenza fenomenica, in quanto presentato come “lo scioglimento dell’unione con la sofferenza”. E questo è il grande richiamo dello yoga, ottimista dal punto di vista metafisico, perché sostiene che ci sia una via di uscita da tutto questo coagulo di sofferenza e di male, per arrivare all’isolamento finale, il Kaivalya.